Maleventum, Beneventum o per meglio dire, Benevento, è la città sannitica poi romana, longobarda e successivamente pontificia. Un luogo che vanta un patrimonio storico – artistico davvero importante. Non a caso, dal 2011 la Chiesa di Santa Sofia ( 760 d.C.) è entrata a far parte del Patrimonio dell'Umanità.
Le
testimonianze più antiche relative al territorio di Benevento e della sua
provincia, risalgono al paleolitico. I ritrovamenti di palafitte a Castelvenere
e altri numerosi reperti ritrovati altrove, testimoniano la presenza dell’uomo
in questa area.
Riguardo alla nascita della città di Benevento, la leggenda attribuisce la fondazione a Diomede, approdato dopo la distruzione di Troia, sulle coste pugliesi. Sappiamo che la città fu abitata da popolazioni sannitiche, di ceppo sia irpino che caudino, per l’esistenza di reperti culturali e di emergenze storiche come l’area archeologica di contrada Cellarulo, che testimonia l’esistenza di una popolazione stanziale, insediata alla confluenza dei fiumi Sabato e Calore, dedita alla lavorazione ed al commercio della lana e di prodotti realizzati con argilla. Florido centro della civiltà sannita, entrò per la prima volta nella storia quando i Sanniti sconfissero l'esercito romano durante la battaglia delle Forche Caudine (321 a.c.), grazie ad una mossa strategica di Ponzio Telesino.
Riguardo alla nascita della città di Benevento, la leggenda attribuisce la fondazione a Diomede, approdato dopo la distruzione di Troia, sulle coste pugliesi. Sappiamo che la città fu abitata da popolazioni sannitiche, di ceppo sia irpino che caudino, per l’esistenza di reperti culturali e di emergenze storiche come l’area archeologica di contrada Cellarulo, che testimonia l’esistenza di una popolazione stanziale, insediata alla confluenza dei fiumi Sabato e Calore, dedita alla lavorazione ed al commercio della lana e di prodotti realizzati con argilla. Florido centro della civiltà sannita, entrò per la prima volta nella storia quando i Sanniti sconfissero l'esercito romano durante la battaglia delle Forche Caudine (321 a.c.), grazie ad una mossa strategica di Ponzio Telesino.
Durante
il periodo romano, i Sanniti, dopo
l’episodio delle “Forche Caudine” furono a loro volta sconfitti e sottoposti al
dominio di Roma, con la terza guerra sannitica . A tal proposito, il nome della
città che era Maleventum, fu modificato dai Romani in Beneventum, per
ricordare la vittoria su Pirro nel 275 a.C. Passaggio obbligato per
raggiungere le Puglie e l’Oriente,
divenne un importante e strategico
centro politico ed economico.
Ovviamente,
i Romani nel corso dei secoli arricchirono la città con importanti monumenti.
I più significativi sono: Arco Traiano, Teatro Romano, Arco detto del
Sacramento, Ponte Leproso, Ponte Valentino e, inoltre, preziose testimonianze
del tempio di Iside.
Per
quanto riguarda il periodo longobardo, dopo la caduta dell’Impero Romano si
verificò una fase di decadenza per Benevento, che ebbe nuovo splendore sotto la
dominazione Longobarda.
Benevento, all’inizio di questa dominazione (571) con Zottone I, fu prima Ducato e poi dopo la caduta del Regno di Pavia (774), fu elevata a Principato da Arechi II.
Benevento, all’inizio di questa dominazione (571) con Zottone I, fu prima Ducato e poi dopo la caduta del Regno di Pavia (774), fu elevata a Principato da Arechi II.
Egli, amante delle arti e della cultura,
fece realizzare moltissime opere architettoniche, come ad esempio l’ampliamento
della cinta muraria, con la creazione della Civitas nova (attuale Triggio); la
chiesa di S. Sofia, per metà circolare e per metà stellare; l’attiguo monastero
benedettino con il suggestivo chiostro. Altra meravigliosa testimonianza
dell’epoca longobarda, è la chiesa di S.Ilario, poco distante dall’Arco di Traiano.
Con
la morte di Landolfo VI, ultimo principe Longobardo (nel 1077 ), ci fu il passaggio di Benevento al dominio
pontificio, fino al 1860. In questo periodo, Benevento divenne possedimento di
Federico II e poi di Manfredi, che nel 1266 combattendo contro Carlo D’Angiò,
morì e fu temporaneamente sepolto “in cò
del ponte” (Dante, Purgatorio, Canto III). Divenuto quindi Feudo della Chiesa, venne
governata da un rettore, poi da un governatore, e dopo il Congresso di Vienna
da un Delegato Apostolico. Fu occupata nel 1806 dalle truppe francesi di
Napoleone che la concesse in feudo col titolo di Principato, a Carlo Maurizio
Talleyrand, suo Ministro degli Esteri che la curò da lontano mediante un
Governatore.
I monumenti del periodo
della dominazione pontificia sono: Rocca dei Rettori, Duomo, Palazzo Paolo V,
Basilica di S. Bartolomeo, Tempio della Madonna delle Grazie.
Durante
l’Unità d’Italia, Benevento fu liberata dal dominio pontificio grazie al
partito garibaldino. Movimenti
insurrezionali si ebbero in quasi tutti i paesi della nuova provincia, contro
le truppe governative, all’indomani dell’instaurazione del governo nazionale. Questi
movimenti furono repressi con azioni militari che culminarono nella strage
delle popolazioni di Pontelandolfo e Casalduni (brigantaggio) ad opera di
bersaglieri comandati dal generale Negri.
Tra
le opere più significative di questa fase ricordiamo il monumentale Palazzo del
Governo, la imponente caserma Guidoni, la bellissima Villa Comunale, il cuore
verde di Benevento, realizzata su progetto di Alfredo Denhart, già direttore
dell’Orto Botanico di Napoli e di recente risistemata e restaurata.
Oggi Benevento rappresenta una meta che contiene un’offerta turistica e culturale
davvero vasta. È possibile infatti scegliere di vivere la città dal punto di
vista enogastronomico, oppure per le terme e il benessere.
Per ovvie ragioni geografiche, Benevento e la sua provincia offrono la possibilità di godere della natura, vivendo il territorio contemporaneamente, anche dal punto di vista storico e religioso.
Per ovvie ragioni geografiche, Benevento e la sua provincia offrono la possibilità di godere della natura, vivendo il territorio contemporaneamente, anche dal punto di vista storico e religioso.
Come
quasi tutti sanno però, Benevento non è solo arte e natura, ma anche cultura
contadina.
Tutti avranno sentito parlare almeno una volta
nella vita, delle "Streghe di
Benevento"
In tutto il
territorio del beneventano però, queste misteriose creature vengono chiamate "janare" o "ianare".
Il nome
forse deriva da Giano. Giano era il
dio bifronte, con una faccia sul viso ed un'altra dietro la testa. Proprio per
questa sua caratteristica - la capacità di guardare in avanti e all'indietro,
di controllare chi entrava e chi usciva - era il dio delle porte di casa
(ianua), il dio del principio, il dio del mattino.
Secondo
questa teoria, le janare si chiamerebbero così perché entrano nelle abitazioni
attraverso la porta di casa (in latino ianua, -ae) il cui dio protettore è appunto
Giano.
Un'altra
tradizione vuole che il termine janara voglia dire "seguace di Diana"
poiché la dea Diana, venerata dai Romani, corrispondeva alla Artemide dei
Greci, identificata con Ecate. Ecate era rappresentata con tre teste e tre
corpi (corrispondenti ad Artemide, Persefone e Demetra - o Selene). Persefone
(la romana Proserpina) è la dea del mondo sotterraneo e proprio in virtù di
tale identificazione, Ecate regnava anche sui demoni malvagi e sulle tenebre e
vagava nottetempo spaventando gli uomini.
Le janare
sono figure caratteristiche della civiltà contadina. Nella tradizione, esse
erano fattucchiere in grado di compiere malefici ed incantesimi, di preparare
filtri magici e pozioni in grado di procurare aborti. Tuttavia non si conosceva
l'identità delle janare: esse di giorno potevano condurre una esistenza
tranquilla senza dare adito a sospetti. Di notte, però, dopo essersi cosparse
le ascelle (secondo altri il petto) di un unguento magico, esse avevano la
capacità di spiccare il volo lanciandosi nel vuoto a cavallo di una granata,
cioè una scopa costruita con saggina essiccata. Nel momento del balzo,
pronunciavano la frase:
"Sott'a l'acqua, sott'a 'r vient, sott'a la noc d'
Bnvient"
(sotto l'acqua e nel vento, sotto il noce di
Benevento)
Questo
aspetto culturale di Benevento, rimanda inevitabilmente al famoso liquore
originario di Benevento, lo Strega
Alberti.
Un locale di 100 metri quadrati è
stato aperto giovedì 13 ottobre alle 19:00 in via Benedetto Croce 4.
Ha dichiarato il vicepresidente Antonio Savarese, "Strega intende partecipare alla rinascita del centro storico di
Napoli che grazie agli importanti flussi turistici consentirà ai consumatori
italiani e stranieri di riconoscersi nei nostri prodotti".
È
per questo che noi di Campania da Vivere abbiamo ritenuto opportuno ricordare
l’importanza di Benevento e dei legami territoriali campani, perché se davvero
il turismo deve essere la molla del riscatto sociale ed economico di Napoli e
della Campania, non si può prescindere da fatti e dinamiche che si
innescano e si fondono per far sì che non solo Napoli, non solo Benevento, ma
l’intera regione venga percepita come un enorme e bellissimo contenitore di
storie, culture, tradizioni. Diverse talvolta, ma sempre legate da un doppio
filo.
La famiglia Alberti, tra l'altro, è napoletana di origine. Ecco che il
fermento turistico e culturale di Napoli, riavvicina due località che come abbiamo sottolineato, fanno parte della regione Campania.
E quale miglior legame culturale tra le
janare – originarie di Benevento - e il
centro storico di Napoli, se non quello che ritroviamo nella leggenda della janara di Vico Pensiero?
"Povero pensiero me fu arrobbato, pe’ no le
fare le spese me l'ha tornato"
Questa
la scritta della lapide posta a Vico Pensiero (ascrivibile alla zona
dell’Archivio di Stato a Napoli), secondo una leggenda popolare, da un giovane
innamorato.
Una
bellissima e giovane strega dai lunghi capelli neri e dagli occhi magnetici, lo
aveva fatto innamorare con un dolce sorriso e tenere parole. Si concesse a lui
con amore e devozione, come una sposa. Quando l’anima del giovane fu totalmente
conquistata, lei d’improvviso lo abbandonò. Questo è spiegabile in quanto
tradizionalmente le streghe non conoscono i sentimenti e le emozioni. L'incantesimo non poteva essere sciolto, però.
Per anni il povero giovane vagò lungo le strade che un tempo lo avevano visto
felice e innamorato. Venne quindi la decisione d'incidere su quella lapide il
suo ultimo grido di dolore e cioè, scolpire nella pietra il tormento della sua
anima ferita e tormentata. L'iscrizione
di vico Pensiero, per secoli, mise in guardia cittadini e forestieri dall’amore.
Nel 1890 il vico fu abbattuto per lavori
di risanamento della zona e la lapide fu portata all'Archivio di Stato, dove
tuttora è conservata.
Le streghe di
Benevento, oltre a tramandarci una tradizione
contadina e popolare, hanno ispirato
la nascita del neonato brand di moda Stregato.
Dal
comunicato ufficiale apparso sul sito ufficiale della Start
up:
“Sin da subito Stregato si
ripropone di non essere solo un brand locale, ma un progetto più ampio,
focalizzato per la maggiore sulla realizzazione di t-shirt. Le fasi di crescita
saranno documentate con tanto di diario di bordo visibile sui canali Facebook ed Instagram, con la
massima attenzione alla qualità e alla soddisfazione della
clientela.
La tradizione del Made in Italy,
combinata ad una grafica totalmente creativa e soprattutto nativa, sono i punti
forti che hanno portato alla realizzazione del brand. Capi
semplici ma al tempo stesso molto versatili, adattabili ad infinite
proposte, un prodotto altamente curato graficamente e irrinunciabile per ogni
occasione.
Dichiarazioni del
fondatore: fare bene un prodotto, od offrire un buon servizio, non è più
sufficiente per competere sul mercato o per assicurare la
sopravvivenza e lo sviluppo di un’azienda, dal momento che esso risulta
facilmente clonabile e la sua qualità viene spesso data per scontata
dal cliente/consumatore. Ecco perché il nostro obiettivo sarà diversificarci.
In che modo? Punteremo tutto sulla grafica e sulle nuove tecniche di stampa
digitale. Il cliente deve innamorarsi del prodotto, deve sentirlo vicino a se
stesso, vicino al suo stile e sentirsi a proprio agio quando lo indossa. Se
sarà fiero di indossarlo, allora si, ritornerà da noi.”
Da una chiacchierata telefonica intercorsa tra noi di Campania da Vivere e l'ideatore del brand Pellegrino Bozzella, sappiamo anche che da gennaio verrà proposta una linea a commercializzazione nazionale.
Sperando
che questo breve viaggio tra Napoli e Benevento abbia solleticato in voi l’orgoglio
e anche la voglia di visitare luoghi vicini e forse ancora sconosciuti, vi
suggeriamo di affidarvi alla Cooperativa Sociale SIRE (SiRe Coop), per vivere o
rivivere il più bei luoghi della Campania, attraverso visite guidate effettuate
da anni con cura e professionalità.
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