mercoledì 19 ottobre 2016

Streghe, liquore e moda: Benevento e il profondo legame con Napoli.



Maleventum, Beneventum o per meglio dire, Benevento, è la città sannitica poi romana, longobarda e successivamente pontificia. Un luogo che vanta un patrimonio storico – artistico davvero importante. Non a caso, dal 2011 la Chiesa di Santa Sofia ( 760 d.C.) è entrata a far parte del Patrimonio dell'Umanità. 


Le testimonianze più antiche relative al territorio di Benevento e della sua provincia, risalgono al paleolitico. I ritrovamenti di palafitte a Castelvenere e altri numerosi reperti ritrovati altrove, testimoniano la presenza dell’uomo in questa area. 
Riguardo alla nascita della città di Benevento, la leggenda attribuisce la fondazione a Diomede, approdato dopo la distruzione di Troia, sulle coste pugliesi. Sappiamo che la città fu abitata da popolazioni sannitiche, di ceppo sia irpino che caudino, per l’esistenza di reperti culturali e di emergenze storiche come l’area archeologica di contrada Cellarulo, che testimonia l’esistenza di una popolazione stanziale, insediata alla confluenza dei fiumi Sabato e Calore, dedita alla lavorazione ed al commercio della lana e di prodotti realizzati con argilla. Florido centro della civiltà sannita, entrò per la prima volta nella storia quando i Sanniti sconfissero l'esercito romano durante la battaglia delle Forche Caudine (321 a.c.), grazie ad una mossa strategica di Ponzio Telesino.

Durante il periodo romano,  i Sanniti, dopo l’episodio delle “Forche Caudine” furono a loro volta sconfitti e sottoposti al dominio di Roma, con la terza guerra sannitica . A tal proposito, il nome della città che era Maleventum, fu modificato dai Romani in Beneventum, per ricordare la vittoria su Pirro nel 275 a.C. Passaggio obbligato per raggiungere le Puglie e  l’Oriente, divenne  un importante e strategico centro politico ed economico.
Ovviamente, i Romani nel corso dei secoli arricchirono la città con importanti monumenti. I più significativi sono: Arco Traiano, Teatro Romano, Arco detto del Sacramento, Ponte Leproso, Ponte Valentino e, inoltre, preziose testimonianze del tempio di Iside.


Per quanto riguarda il periodo longobardo, dopo la caduta dell’Impero Romano si verificò una fase di decadenza per Benevento, che ebbe nuovo splendore sotto la dominazione Longobarda. 
Benevento, all’inizio di questa dominazione (571) con Zottone I, fu prima Ducato e poi dopo la caduta del Regno di Pavia (774), fu elevata a Principato da Arechi II.
Egli, amante delle arti e della cultura, fece realizzare moltissime opere architettoniche, come ad esempio l’ampliamento della cinta muraria, con la creazione della Civitas nova (attuale Triggio); la chiesa di S. Sofia, per metà circolare e per metà stellare; l’attiguo monastero benedettino con il suggestivo chiostro. Altra meravigliosa testimonianza dell’epoca longobarda, è la chiesa di S.Ilario, poco distante  dall’Arco di Traiano.

Con la morte di Landolfo VI, ultimo principe Longobardo  (nel 1077 ), ci fu  il passaggio di Benevento al dominio pontificio, fino al 1860. In questo periodo, Benevento divenne possedimento di Federico II e poi di Manfredi, che nel 1266 combattendo contro Carlo D’Angiò, morì e fu temporaneamente  sepolto “in cò del ponte” (Dante, Purgatorio, Canto III).  Divenuto quindi Feudo della Chiesa, venne governata da un rettore, poi da un governatore, e dopo il Congresso di Vienna da un Delegato Apostolico. Fu occupata nel 1806 dalle truppe francesi di Napoleone che la concesse in feudo col titolo di Principato, a Carlo Maurizio Talleyrand, suo Ministro degli Esteri che la curò da lontano mediante un Governatore.
I monumenti del periodo della dominazione pontificia sono: Rocca dei Rettori, Duomo, Palazzo Paolo V, Basilica di S. Bartolomeo, Tempio della Madonna delle Grazie.


Durante l’Unità d’Italia, Benevento fu liberata dal dominio pontificio grazie al partito garibaldino. Movimenti insurrezionali si ebbero in quasi tutti i paesi della nuova provincia, contro le truppe governative, all’indomani dell’instaurazione del governo nazionale. Questi movimenti furono repressi con azioni militari che culminarono nella strage delle popolazioni di Pontelandolfo e Casalduni (brigantaggio) ad opera di bersaglieri comandati dal generale Negri.
Tra le opere più significative di questa fase ricordiamo il monumentale Palazzo del Governo, la imponente caserma Guidoni, la bellissima Villa Comunale, il cuore verde di Benevento, realizzata su progetto di Alfredo Denhart, già direttore dell’Orto Botanico di Napoli e di recente risistemata e restaurata.


Oggi Benevento rappresenta una meta che contiene un’offerta turistica e culturale davvero vasta. È possibile infatti scegliere di vivere la città dal punto di vista enogastronomico, oppure per le  terme e il benessere. 
Per ovvie ragioni geografiche, Benevento e la sua provincia offrono la possibilità di godere della natura, vivendo il territorio contemporaneamente, anche dal punto di vista storico e religioso.
Come quasi tutti sanno però, Benevento non è solo arte e natura, ma anche cultura contadina.
Tutti avranno sentito parlare almeno una volta nella vita, delle "Streghe di Benevento"


In tutto il territorio del beneventano però, queste misteriose creature vengono chiamate "janare" o "ianare".
Il nome forse deriva da Giano. Giano era il dio bifronte, con una faccia sul viso ed un'altra dietro la testa. Proprio per questa sua caratteristica - la capacità di guardare in avanti e all'indietro, di controllare chi entrava e chi usciva - era il dio delle porte di casa (ianua), il dio del principio, il dio del mattino.
Secondo questa teoria, le janare si chiamerebbero così perché entrano nelle abitazioni attraverso la porta di casa (in latino ianua, -ae) il cui dio protettore è appunto Giano.
Un'altra tradizione vuole che il termine janara voglia dire "seguace di Diana" poiché la dea Diana, venerata dai Romani, corrispondeva alla Artemide dei Greci, identificata con Ecate. Ecate era rappresentata con tre teste e tre corpi (corrispondenti ad Artemide, Persefone e Demetra - o Selene). Persefone (la romana Proserpina) è la dea del mondo sotterraneo e proprio in virtù di tale identificazione, Ecate regnava anche sui demoni malvagi e sulle tenebre e vagava nottetempo spaventando gli uomini.
Le janare sono figure caratteristiche della civiltà contadina. Nella tradizione, esse erano fattucchiere in grado di compiere malefici ed incantesimi, di preparare filtri magici e pozioni in grado di procurare aborti. Tuttavia non si conosceva l'identità delle janare: esse di giorno potevano condurre una esistenza tranquilla senza dare adito a sospetti. Di notte, però, dopo essersi cosparse le ascelle (secondo altri il petto) di un unguento magico, esse avevano la capacità di spiccare il volo lanciandosi nel vuoto a cavallo di una granata, cioè una scopa costruita con saggina essiccata. Nel momento del balzo, pronunciavano la frase:


"Sott'a l'acqua, sott'a 'r vient, sott'a la noc d' Bnvient"
(sotto l'acqua e nel vento, sotto il noce di Benevento)


Questo aspetto culturale di Benevento, rimanda inevitabilmente al famoso liquore originario di Benevento, lo Strega Alberti.


Un locale di 100 metri quadrati è stato aperto giovedì 13 ottobre alle 19:00  in via Benedetto Croce 4.
Ha dichiarato il vicepresidente Antonio Savarese, "Strega intende partecipare alla rinascita del centro storico di Napoli che grazie agli importanti flussi turistici consentirà ai consumatori italiani e stranieri di riconoscersi nei nostri prodotti".

È per questo che noi di Campania da Vivere abbiamo ritenuto opportuno ricordare l’importanza di Benevento e dei legami territoriali campani, perché se davvero il turismo deve essere la molla del riscatto sociale ed economico di Napoli e della Campania, non si può prescindere da fatti e dinamiche che si innescano e si fondono per far sì che non solo Napoli, non solo Benevento, ma l’intera regione venga percepita come un enorme e bellissimo contenitore di storie, culture, tradizioni. Diverse talvolta, ma sempre legate da un doppio filo. 

La famiglia Alberti, tra l'altro, è napoletana di origine. Ecco che il fermento turistico e culturale di Napoli, riavvicina due località che come abbiamo sottolineato, fanno parte della regione Campania. 

E quale miglior legame culturale tra le janare – originarie di Benevento -  e il centro storico di Napoli, se non quello che ritroviamo nella leggenda della janara di Vico Pensiero?


"Povero pensiero me fu arrobbato, pe’ no le fare le spese me l'ha tornato"


Questa la scritta della lapide posta a Vico Pensiero (ascrivibile alla zona dell’Archivio di Stato a Napoli), secondo una leggenda popolare, da un giovane innamorato.
Una bellissima e giovane strega dai lunghi capelli neri e dagli occhi magnetici, lo aveva fatto innamorare con un dolce sorriso e tenere parole. Si concesse a lui con amore e devozione, come una sposa. Quando l’anima del giovane fu totalmente conquistata, lei d’improvviso lo abbandonò. Questo è spiegabile in quanto tradizionalmente le streghe non conoscono i sentimenti e le emozioni.  L'incantesimo non poteva essere sciolto, però. Per anni il povero giovane vagò lungo le strade che un tempo lo avevano visto felice e innamorato. Venne quindi la decisione d'incidere su quella lapide il suo ultimo grido di dolore e cioè, scolpire nella pietra il tormento della sua anima ferita e tormentata. L'iscrizione di vico Pensiero, per secoli, mise in guardia cittadini e forestieri dall’amore.  Nel 1890 il vico fu abbattuto per lavori di risanamento della zona e la lapide fu portata all'Archivio di Stato, dove tuttora è conservata.

Le streghe di Benevento, oltre a tramandarci una tradizione contadina e popolare, hanno ispirato la nascita del neonato brand di moda Stregato. 


Dal comunicato ufficiale apparso sul sito ufficiale della Start up:

“Sin da subito Stregato si ripropone di non essere solo un brand locale, ma un progetto più ampio, focalizzato per la maggiore sulla realizzazione di t-shirt. Le fasi di crescita saranno documentate con tanto di diario di bordo visibile sui canali Facebook ed Instagram, con la massima attenzione alla qualità e alla soddisfazione della clientela. 
La tradizione del Made in Italy, combinata ad una grafica totalmente creativa e soprattutto nativa, sono i punti forti che hanno portato alla realizzazione del brand. Capi semplici ma al tempo stesso molto versatili, adattabili ad infinite proposte, un prodotto altamente curato graficamente e irrinunciabile per ogni occasione.
Dichiarazioni del fondatore: fare bene un prodotto, od offrire un buon servizio, non è più sufficiente per competere sul mercato o per assicurare la sopravvivenza e lo sviluppo di un’azienda, dal momento che esso risulta facilmente clonabile e la sua qualità viene spesso data per scontata dal cliente/consumatore. Ecco perché il nostro obiettivo sarà diversificarci. In che modo? Punteremo tutto sulla grafica e sulle nuove tecniche di stampa digitale. Il cliente deve innamorarsi del prodotto, deve sentirlo vicino a se stesso, vicino al suo stile e sentirsi a proprio agio quando lo indossa. Se sarà fiero di indossarlo, allora si, ritornerà da noi.”
Da una chiacchierata telefonica intercorsa tra noi di Campania da Vivere e l'ideatore del brand Pellegrino Bozzella, sappiamo anche che da gennaio verrà proposta una linea a commercializzazione nazionale. 
Sperando che questo breve viaggio tra Napoli e Benevento abbia solleticato in voi l’orgoglio e anche la voglia di visitare luoghi vicini e forse ancora sconosciuti, vi suggeriamo di affidarvi alla Cooperativa Sociale SIRE (SiRe Coop), per vivere o rivivere il più bei luoghi della Campania, attraverso visite guidate effettuate da anni con cura e professionalità.

La Cooperativa sociale SIRE onlus nasce nell'ambito del progetto di sviluppo territoriale del Distretto Culturale dei Siti Reali, per iniziativa di un team di professionisti napoletani.
La Cooperativa si propone di perseguire l'interesse generale della comunità alla promozione umana e all'integrazione sociale dei cittadini, operando nei settori del sociale, dell'educazione e formazione, degli eventi e della cultura, dell'ambiente,dello sviluppo turistico, della promozione territoriale, della consulenza e progettazione.

SIRE Coop, presente sul territorio campano e nazionale, ha già all'attivo diversi progetti e collaborazioni sviluppati in sinergia con realtà istituzionali, associative ed imprenditoriali in un'ottica di promozione sociale e sviluppo territoriale.

SIRE Coop dal maggio 2011 aderisce all'AGCI - Associazione Generale delle Cooperative italiane membro, insieme alla Legacoop e alla Confcooperative, del coordinamento nazionale ALLEANZA delle COOPERATIVE ITALIANE, che rappresenta oltre il 90% del settore della cooperazione per persone occupate (1.100.000) e fatturato realizzato (127 miliari di euro). Ben 43.000 le imprese rappresentate con oltre 12 milioni di soci.



venerdì 14 ottobre 2016

Campania da vivere è su Twitter


Campania da vivere inizia a cinguettare

Dopo più di un anno su FacebookInstagram e Pinterest, Campania da vivere finalmente sbarca su Twitter!
140 caratteri potrebbero non bastare per sintetizzare tutte le nostre idee, ma ci proveremo e ci proponiamo ancora una volta di diventare un punto di riferimento anche su un social che viene considerato poco in Italia, nel campo della promozione turistica. 
Come faremo?
Con la passione che ci contraddistingue dall'inizio di questa avventura! @CVivere sarà la vetrina ideale per far conoscere la "nostra" Campania a noi campani e nel Mondo. 
Tanti contenuti esclusivi, foto, video, sondaggi, FAQ, dirette video con Periscope, e tante altre sorprese per voi.
Non vi resta che iniziare a seguirci anche li...!!! 

Scopri Campania da vivere su TwitterClicca Qui

lunedì 10 ottobre 2016

I gioielli del Miglio Sacro e la FAI marathon 2016

Alla conquista del riscatto attraverso la bellezza

Il Miglio Sacro prima di essere un itinerario turistico considerevolmente brulicante di storia, è prima di tutto un cammino restituito alla città e ai napoletani, che si può scoprire attraversando il Rione Sanità a Napoli. 

Un percorso che grazie alla Cooperativa sociale La Paranza,  è possibile ormai percepire in chiave turistico culturale, incluse le eccellenze gastronomiche riscontrabili lungo il tragitto.

“La nostra cooperativa è nata in uno dei quartieri di Napoli in cui è più evidente la convivenza tra grandi differenze socio-culturali ed enormi risorse.
Proprio da queste pensiamo che debba iniziare un cammino di autosviluppo, ed è per questo che abbiamo deciso di mettere le nostre singole esperienze al servizio del Rione Sanità, non per cambiare città, ma per cambiare la città.”


Siti e luoghi d’interesse culturale presenti lungo il percorso:

 -    Basilica dell'Incoronata Madre del Buon Consiglio:
      l'edificio religioso più recente della città, in quanto costruito tra il 1920 e il 1960, dal cui giardino si accede alle Catacombe di San Gennaro.


-    Catacombe di S. Gennaro:
un percorso sotterraneo con strutture ricavate dal tufo, che porta a stretto contatto con la storia della fede cristiana della città, attraverso mosaici e affreschi. È soprattutto il luogo e dove si trovava la tomba del Santo patrono.




Si tratta di un luogo restituito alla città dal 2008.
All’uscita delle Catacombe si trova questa basilica paleocristiana costruita nel V secolo d.C. e abbandonata - come accaduto per le Catacombe - dopo il furto delle spoglie di San Gennaro nel V secolo.
Nel XV secolo è stata ristrutturata secondo gusto barocco. 



-     Cimitero delle Fontanelle:

l’ossario delle Fontanelle è uno degli emblemi della devozione della città di Napoli verso i defunti.
Da un’antica cava di tufo scavata nella collina di Materdei, nasce l’ossario a metà Seicento, per ospitare i resti delle vittime delle epidemie di peste e colera. A fine Ottocento, fu scelto per diventare luogo di culto quando alcuni devoti disposero in ordine le migliaia di ossa anonime. Proprio l’anonimato spinse i fedeli ad adottare alcuni dei teschi dell’ossario - le anime pezzentelle - che venivano puliti e posti in teche in cambio di protezione.


  Photo credits: Giuseppe D'Anna



punto di riferimento del quartiere, meglio conosciuta  in zona come la chiesa di San Vincenzo ‘o Munacone in quanto custodisce la statua di San Vincenzo Ferreri, frate domenicano e patrono della Sanità.
La basilica è un vero e proprio museo della pittura napoletana del XVII secolo, perché in essa sono presenti preziosi quadri, tra gli altri, di Luca Giordano e Andrea Vaccaro, e la prima rappresentazione napoletana della Madonna con Bambino, salvata dalle lave dei Vergini nel V-VI secolo d.C.




in questo luogo è possibile trovare mosaici precristiani insieme ad affreschi seicenteschi, in un’unica grande opera di recupero.
La loro espansione partì dalla deposizione del vescovo Gaudioso, nel V secolo d.C.
Furono Abbandonate dopo lo spostamento del santo all’interno delle mura di Napoli, ma ripresero la loro funzione nel XVI secolo, cioè dopo il ritrovamento della Madonna della Sanità.





-     Palazzo Sanfelice:

un Masterpiece del barocco napoletano, progettato da Ferdinando Sanfelice come sua residenza privata. È composto da due corpi uniti dalla facciata.
La peculiarità di questo capolavoro è la scalinata interna, realizzata ad ali di falco, dall’evidente effetto scenografico.




-    Palazzo dello Spagnolo:

un effetto a dir poco sontuoso dato dalla spettacolarità barocca di questo palazzo.
Commissionato a Ferdinando Sanfelice dal marchese di Poppano, ha come punto di forza la scenografica scalinata ad ali di falco – che ricorda il Palazzo Sanfelice  - ornata con stucchi. È conosciuto come Palazzo dello Spagnolo ( o Spagnuolo) perché nel XIX secolo fu acquistato dallo spagnolo Tommaso Atienza.



-     Chiesa di Santa Maria dei Vergini:

la Chiesa di Santa Maria dei Vergini sorge su un antico complesso (ospedale e cappella) voluto nel 1326 dagli abitanti del Borgo dei Vergini e poi ceduto ai frati Crociferi di San Cleto.
Quasi completamente distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale, si salvò dalla distruzione solo il fonte battesimale,  dove fu battezzato Sant’Alfonso Maria de’ Liguori.



-    Porta S. Gennaro: 
      
      ci troviamo di fronte alla porta più antica di Napoli.
Essa viene menzionata per la prima volta nel 928 e rappresentava l’accesso alla città per chi proveniva da nord, ma anche il passaggio obbligato per andare alle Catacombe di San Gennaro.
Dopo la peste del 1656 fu aggiunta un’edicola affrescata come ex-voto, che raffigura San Gennaro, Santa Rosalia e San Francesco Saverio che pregano per la fine dell’epidemia.




Noi di Campania da Vivere ci sentiamo in dovere di sottolineare un tesoro del Rione Sanità ancora poco conosciuto e cioè,  la Necropoli Ellenistica di Neapolis.


"L’area dei Vergini - Sanità sin dal IV sec. a. C. fu destinata a necropoli, dapprima con l’escavazione di tombe a camera (Via dei Cristallini, Vico Traetta, Via Santa Maria Antesaecula), successivamente con la realizzazione di complessi cimiteriali catacombali (San Gennaro, San Gaudioso, San Severo) infine con la destinazione di un’immensa cava ad ossario (Le Fontanelle) Nel contesto descritto, gli Ipogei Funerari Ellenistici costituiscono un superbo utilizzo del sottosuolo, testimoniando con la propria monumentalità la straordinaria impronta greca e rappresentando la cultura nella quale si riconosceva la classe dominante.
L’Associazione Culturale Celanapoli, coordinando la sua azione agli indirizzi di tutela della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei, promuove il recupero, la valorizzazione e la fruizione di questo straordinario patrimonio. Un progetto in corso di definizione prevede, attraverso i locali sede dell’Associazione, l’accesso all’ipogeo dei Togati unitamente all’allestimento di un interessante laboratorio didattico dove opportuni supporti permetteranno di comprendere l’evoluzione del sottosuolo, dall’antichità ai giorni nostri."
Noi a Napoli però siamo fortunati, come tutti coloro che si recheranno alla FAI marathon 2016 che si terrà domenica 16 ottobre.
Sì, perché sarà possibile approfittare per visitare sia la Necropoli Ellenistica che le altre meraviglie del Rione Sanità.
Vi invitiamo quindi a partecipare alla Giornata FAI d'autunno intitolata "IL MIGLIO SACRO TRA EMOZIONI E VITA".
Il luoghi aperti saranno: 


- LABORATORIO DI MICHELE IODICE (partenza consigliata)

- CHIESA DI SANTA MARIA DELLA SANITÀ CON CATACOMBE DI SAN GAUDIOSO (prenotazione obbligatoria al numero 081-7443714 oppure prenotazioni@catacombedinapoli.it)

- ACQUEDOTTO AUGUSTEO DEL SERINO

- NECROPOLI ELLENISTICA DI NEAPOLIS 
- ASSOCIAZIONE CULTURALE BRODO AL PALAZZO DELLO SPAGNOLO (ingresso riservato agli iscritti FAI)
- COMPLESSO MONUMENTALE VINCENZIANO
- CHIESA DI SANTA MARIA DELLA MISERICORDIA AI VERGINI
Per ulteriori informazioni l'itinerario è su http://faimarathon.it/marathon?id=476

L’INIZIATIVA è STATA REALIZZATA IN COLLABORAZIONE CON:
Michele Iodice; Cooperativa Sociale La Paranza; Associazione Celanapoli; Associazione Vergini Sanità; Associazione Culturale Brodo; Associazione Getta la Rete; SMMAVE - Santa Maria della Misericordia ai Vergini; Restauratore Biagio Roscigno.

Sponsor ufficiali della Fai Marathon 2016 Napoli: Pasticceria Poppella, Pizzeria Concettina ai Tre Santi, Bar Primavera . 

Ingresso gratuito.


domenica 9 ottobre 2016

Laviano: il Villaggio Antistress

ponte tibetano laviano

La rinascita del comune più colpito dal terremoto



Nell’alta Valle del Sele (Salerno) al confine con la Basilicata, esiste una vera e propria città di legno che ospita poco meno di 1500 abitanti.
Un territorio immerso nel verde, a 475 metri sul livello del mare, oggi meta di turisti attirati soprattutto dalla gran quiete e dalla montagna che offre due parchi per lo svago ed il relax.
Un luogo straziato dal terremoto, dove non esisteva più nulla a causa della natura furiosa che si scatenò 36 anni fa.
Dove la gente aveva perso tutto, ma che oggi  è diventato un fiore all’occhiello della nostra regione Campania.
Sì, perché si tratta di un luogo che grazie alla indescrivibile ed infinita forza dei suoi abitanti, è riuscito a rinascere dalla polvere, creando un prodotto turistico e culturale, degno dei migliori esempi di Marketing Territoriale che abbiamo in Italia.
L’idea del Villaggio Antistress - e quindi di conferire al luogo una certa identità - nasce dal riutilizzo delle casette di legno prefabbricate, che al tempo furono utilizzate dai cittadini per adeguarsi al dopo terremoto e che oggi rappresentano una maniera alternativa di fare ospitalità, attraverso delle costruzioni finemente realizzate e curate nei dettagli.
È così che si afferma la voglia di fare di questo luogo un simbolo del buon vivere, di quiete e tranquillità. Quasi come ad esorcizzare la sciagura, il caos, causati dalla natura.
Con un investimento mensile di una cifra davvero irrisoria, circa 500 casette di legno, denominate Rubner e Valentino, possono essere affittate per una rilassante ed appassionante esperienza capace di soddisfare tutti i sensi.
La natura, che sappiamo bene essere tanto meravigliosa quanto inconsapevolmente crudele, è uno dei presupposti fondamentali del villaggio che potremmo definire uno scrigno di tesori, per chi la ama.
La principale attrazione del paese è il "ponte tibetano di Laviano", che si trova a due passi dal castello medievale.
Il ponte è sospeso a circa 80 metri d'altezza ed è lungo circa 90 metri. È situato in uno dei punti più stretti del "Vallone delle Conche" a una quota di circa 512 metri.
Noi di Campania da vivere lo abbiamo attraversato per voi. Per vedere il video cliccate Qui


Non si tratta dell’unico elemento però, che mette a stretto contatto con la natura chi decide di recarsi a Laviano, perché questo luogo di meraviglie ospita foreste, aree protette, cascate, alberi secolari, torbiere e caverne.
Da buoni campani, ovviamente è inconcepibile immaginare una località che ci appartiene, priva di un’ottima tradizione gastronomica.
Le specialità del luogo sono davvero tante, ma è doveroso segnalare il caciocavallo podolico silano, l’olio extravergine delle colline salernitano, D.O.P., i  prodotti del sottobosco, i funghi, il tartufo. Tutte prelibatezze che è possibile gustare solo se ci si reca a Laviano, oppure se si sceglie di recarsi alla sagra che si tiene ogni anno dal 13 al 15 agosto.
Noi di Campania da vivere vi esortiamo a scoprire un luogo davvero magico e ricco di forza e pace allo stesso tempo.

Fateci sapere come sarà la vostra esperienza a Laviano!