mercoledì 19 ottobre 2016

Streghe, liquore e moda: Benevento e il profondo legame con Napoli.



Maleventum, Beneventum o per meglio dire, Benevento, è la città sannitica poi romana, longobarda e successivamente pontificia. Un luogo che vanta un patrimonio storico – artistico davvero importante. Non a caso, dal 2011 la Chiesa di Santa Sofia ( 760 d.C.) è entrata a far parte del Patrimonio dell'Umanità. 


Le testimonianze più antiche relative al territorio di Benevento e della sua provincia, risalgono al paleolitico. I ritrovamenti di palafitte a Castelvenere e altri numerosi reperti ritrovati altrove, testimoniano la presenza dell’uomo in questa area. 
Riguardo alla nascita della città di Benevento, la leggenda attribuisce la fondazione a Diomede, approdato dopo la distruzione di Troia, sulle coste pugliesi. Sappiamo che la città fu abitata da popolazioni sannitiche, di ceppo sia irpino che caudino, per l’esistenza di reperti culturali e di emergenze storiche come l’area archeologica di contrada Cellarulo, che testimonia l’esistenza di una popolazione stanziale, insediata alla confluenza dei fiumi Sabato e Calore, dedita alla lavorazione ed al commercio della lana e di prodotti realizzati con argilla. Florido centro della civiltà sannita, entrò per la prima volta nella storia quando i Sanniti sconfissero l'esercito romano durante la battaglia delle Forche Caudine (321 a.c.), grazie ad una mossa strategica di Ponzio Telesino.

Durante il periodo romano,  i Sanniti, dopo l’episodio delle “Forche Caudine” furono a loro volta sconfitti e sottoposti al dominio di Roma, con la terza guerra sannitica . A tal proposito, il nome della città che era Maleventum, fu modificato dai Romani in Beneventum, per ricordare la vittoria su Pirro nel 275 a.C. Passaggio obbligato per raggiungere le Puglie e  l’Oriente, divenne  un importante e strategico centro politico ed economico.
Ovviamente, i Romani nel corso dei secoli arricchirono la città con importanti monumenti. I più significativi sono: Arco Traiano, Teatro Romano, Arco detto del Sacramento, Ponte Leproso, Ponte Valentino e, inoltre, preziose testimonianze del tempio di Iside.


Per quanto riguarda il periodo longobardo, dopo la caduta dell’Impero Romano si verificò una fase di decadenza per Benevento, che ebbe nuovo splendore sotto la dominazione Longobarda. 
Benevento, all’inizio di questa dominazione (571) con Zottone I, fu prima Ducato e poi dopo la caduta del Regno di Pavia (774), fu elevata a Principato da Arechi II.
Egli, amante delle arti e della cultura, fece realizzare moltissime opere architettoniche, come ad esempio l’ampliamento della cinta muraria, con la creazione della Civitas nova (attuale Triggio); la chiesa di S. Sofia, per metà circolare e per metà stellare; l’attiguo monastero benedettino con il suggestivo chiostro. Altra meravigliosa testimonianza dell’epoca longobarda, è la chiesa di S.Ilario, poco distante  dall’Arco di Traiano.

Con la morte di Landolfo VI, ultimo principe Longobardo  (nel 1077 ), ci fu  il passaggio di Benevento al dominio pontificio, fino al 1860. In questo periodo, Benevento divenne possedimento di Federico II e poi di Manfredi, che nel 1266 combattendo contro Carlo D’Angiò, morì e fu temporaneamente  sepolto “in cò del ponte” (Dante, Purgatorio, Canto III).  Divenuto quindi Feudo della Chiesa, venne governata da un rettore, poi da un governatore, e dopo il Congresso di Vienna da un Delegato Apostolico. Fu occupata nel 1806 dalle truppe francesi di Napoleone che la concesse in feudo col titolo di Principato, a Carlo Maurizio Talleyrand, suo Ministro degli Esteri che la curò da lontano mediante un Governatore.
I monumenti del periodo della dominazione pontificia sono: Rocca dei Rettori, Duomo, Palazzo Paolo V, Basilica di S. Bartolomeo, Tempio della Madonna delle Grazie.


Durante l’Unità d’Italia, Benevento fu liberata dal dominio pontificio grazie al partito garibaldino. Movimenti insurrezionali si ebbero in quasi tutti i paesi della nuova provincia, contro le truppe governative, all’indomani dell’instaurazione del governo nazionale. Questi movimenti furono repressi con azioni militari che culminarono nella strage delle popolazioni di Pontelandolfo e Casalduni (brigantaggio) ad opera di bersaglieri comandati dal generale Negri.
Tra le opere più significative di questa fase ricordiamo il monumentale Palazzo del Governo, la imponente caserma Guidoni, la bellissima Villa Comunale, il cuore verde di Benevento, realizzata su progetto di Alfredo Denhart, già direttore dell’Orto Botanico di Napoli e di recente risistemata e restaurata.


Oggi Benevento rappresenta una meta che contiene un’offerta turistica e culturale davvero vasta. È possibile infatti scegliere di vivere la città dal punto di vista enogastronomico, oppure per le  terme e il benessere. 
Per ovvie ragioni geografiche, Benevento e la sua provincia offrono la possibilità di godere della natura, vivendo il territorio contemporaneamente, anche dal punto di vista storico e religioso.
Come quasi tutti sanno però, Benevento non è solo arte e natura, ma anche cultura contadina.
Tutti avranno sentito parlare almeno una volta nella vita, delle "Streghe di Benevento"


In tutto il territorio del beneventano però, queste misteriose creature vengono chiamate "janare" o "ianare".
Il nome forse deriva da Giano. Giano era il dio bifronte, con una faccia sul viso ed un'altra dietro la testa. Proprio per questa sua caratteristica - la capacità di guardare in avanti e all'indietro, di controllare chi entrava e chi usciva - era il dio delle porte di casa (ianua), il dio del principio, il dio del mattino.
Secondo questa teoria, le janare si chiamerebbero così perché entrano nelle abitazioni attraverso la porta di casa (in latino ianua, -ae) il cui dio protettore è appunto Giano.
Un'altra tradizione vuole che il termine janara voglia dire "seguace di Diana" poiché la dea Diana, venerata dai Romani, corrispondeva alla Artemide dei Greci, identificata con Ecate. Ecate era rappresentata con tre teste e tre corpi (corrispondenti ad Artemide, Persefone e Demetra - o Selene). Persefone (la romana Proserpina) è la dea del mondo sotterraneo e proprio in virtù di tale identificazione, Ecate regnava anche sui demoni malvagi e sulle tenebre e vagava nottetempo spaventando gli uomini.
Le janare sono figure caratteristiche della civiltà contadina. Nella tradizione, esse erano fattucchiere in grado di compiere malefici ed incantesimi, di preparare filtri magici e pozioni in grado di procurare aborti. Tuttavia non si conosceva l'identità delle janare: esse di giorno potevano condurre una esistenza tranquilla senza dare adito a sospetti. Di notte, però, dopo essersi cosparse le ascelle (secondo altri il petto) di un unguento magico, esse avevano la capacità di spiccare il volo lanciandosi nel vuoto a cavallo di una granata, cioè una scopa costruita con saggina essiccata. Nel momento del balzo, pronunciavano la frase:


"Sott'a l'acqua, sott'a 'r vient, sott'a la noc d' Bnvient"
(sotto l'acqua e nel vento, sotto il noce di Benevento)


Questo aspetto culturale di Benevento, rimanda inevitabilmente al famoso liquore originario di Benevento, lo Strega Alberti.


Un locale di 100 metri quadrati è stato aperto giovedì 13 ottobre alle 19:00  in via Benedetto Croce 4.
Ha dichiarato il vicepresidente Antonio Savarese, "Strega intende partecipare alla rinascita del centro storico di Napoli che grazie agli importanti flussi turistici consentirà ai consumatori italiani e stranieri di riconoscersi nei nostri prodotti".

È per questo che noi di Campania da Vivere abbiamo ritenuto opportuno ricordare l’importanza di Benevento e dei legami territoriali campani, perché se davvero il turismo deve essere la molla del riscatto sociale ed economico di Napoli e della Campania, non si può prescindere da fatti e dinamiche che si innescano e si fondono per far sì che non solo Napoli, non solo Benevento, ma l’intera regione venga percepita come un enorme e bellissimo contenitore di storie, culture, tradizioni. Diverse talvolta, ma sempre legate da un doppio filo. 

La famiglia Alberti, tra l'altro, è napoletana di origine. Ecco che il fermento turistico e culturale di Napoli, riavvicina due località che come abbiamo sottolineato, fanno parte della regione Campania. 

E quale miglior legame culturale tra le janare – originarie di Benevento -  e il centro storico di Napoli, se non quello che ritroviamo nella leggenda della janara di Vico Pensiero?


"Povero pensiero me fu arrobbato, pe’ no le fare le spese me l'ha tornato"


Questa la scritta della lapide posta a Vico Pensiero (ascrivibile alla zona dell’Archivio di Stato a Napoli), secondo una leggenda popolare, da un giovane innamorato.
Una bellissima e giovane strega dai lunghi capelli neri e dagli occhi magnetici, lo aveva fatto innamorare con un dolce sorriso e tenere parole. Si concesse a lui con amore e devozione, come una sposa. Quando l’anima del giovane fu totalmente conquistata, lei d’improvviso lo abbandonò. Questo è spiegabile in quanto tradizionalmente le streghe non conoscono i sentimenti e le emozioni.  L'incantesimo non poteva essere sciolto, però. Per anni il povero giovane vagò lungo le strade che un tempo lo avevano visto felice e innamorato. Venne quindi la decisione d'incidere su quella lapide il suo ultimo grido di dolore e cioè, scolpire nella pietra il tormento della sua anima ferita e tormentata. L'iscrizione di vico Pensiero, per secoli, mise in guardia cittadini e forestieri dall’amore.  Nel 1890 il vico fu abbattuto per lavori di risanamento della zona e la lapide fu portata all'Archivio di Stato, dove tuttora è conservata.

Le streghe di Benevento, oltre a tramandarci una tradizione contadina e popolare, hanno ispirato la nascita del neonato brand di moda Stregato. 


Dal comunicato ufficiale apparso sul sito ufficiale della Start up:

“Sin da subito Stregato si ripropone di non essere solo un brand locale, ma un progetto più ampio, focalizzato per la maggiore sulla realizzazione di t-shirt. Le fasi di crescita saranno documentate con tanto di diario di bordo visibile sui canali Facebook ed Instagram, con la massima attenzione alla qualità e alla soddisfazione della clientela. 
La tradizione del Made in Italy, combinata ad una grafica totalmente creativa e soprattutto nativa, sono i punti forti che hanno portato alla realizzazione del brand. Capi semplici ma al tempo stesso molto versatili, adattabili ad infinite proposte, un prodotto altamente curato graficamente e irrinunciabile per ogni occasione.
Dichiarazioni del fondatore: fare bene un prodotto, od offrire un buon servizio, non è più sufficiente per competere sul mercato o per assicurare la sopravvivenza e lo sviluppo di un’azienda, dal momento che esso risulta facilmente clonabile e la sua qualità viene spesso data per scontata dal cliente/consumatore. Ecco perché il nostro obiettivo sarà diversificarci. In che modo? Punteremo tutto sulla grafica e sulle nuove tecniche di stampa digitale. Il cliente deve innamorarsi del prodotto, deve sentirlo vicino a se stesso, vicino al suo stile e sentirsi a proprio agio quando lo indossa. Se sarà fiero di indossarlo, allora si, ritornerà da noi.”
Da una chiacchierata telefonica intercorsa tra noi di Campania da Vivere e l'ideatore del brand Pellegrino Bozzella, sappiamo anche che da gennaio verrà proposta una linea a commercializzazione nazionale. 
Sperando che questo breve viaggio tra Napoli e Benevento abbia solleticato in voi l’orgoglio e anche la voglia di visitare luoghi vicini e forse ancora sconosciuti, vi suggeriamo di affidarvi alla Cooperativa Sociale SIRE (SiRe Coop), per vivere o rivivere il più bei luoghi della Campania, attraverso visite guidate effettuate da anni con cura e professionalità.

La Cooperativa sociale SIRE onlus nasce nell'ambito del progetto di sviluppo territoriale del Distretto Culturale dei Siti Reali, per iniziativa di un team di professionisti napoletani.
La Cooperativa si propone di perseguire l'interesse generale della comunità alla promozione umana e all'integrazione sociale dei cittadini, operando nei settori del sociale, dell'educazione e formazione, degli eventi e della cultura, dell'ambiente,dello sviluppo turistico, della promozione territoriale, della consulenza e progettazione.

SIRE Coop, presente sul territorio campano e nazionale, ha già all'attivo diversi progetti e collaborazioni sviluppati in sinergia con realtà istituzionali, associative ed imprenditoriali in un'ottica di promozione sociale e sviluppo territoriale.

SIRE Coop dal maggio 2011 aderisce all'AGCI - Associazione Generale delle Cooperative italiane membro, insieme alla Legacoop e alla Confcooperative, del coordinamento nazionale ALLEANZA delle COOPERATIVE ITALIANE, che rappresenta oltre il 90% del settore della cooperazione per persone occupate (1.100.000) e fatturato realizzato (127 miliari di euro). Ben 43.000 le imprese rappresentate con oltre 12 milioni di soci.



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